GRASTON TECHNIQUE

DI COSA SI TRATTA?

La Graston Technique® è una tecnica di mobilizzazione dei tessuti molli assistita da strumenti (IASTM), basata sull’evidenza scientifica, che permette di affrontare efficacemente il tessuto cicatriziale e le restrizioni fasciali con conseguente miglioramento dei pazienti. La tecnica Graston Technique® utilizza strumenti in acciaio inox appositamente progettati per identificare in modo specifico e di conseguenza trattare efficacemente aree che presentano fibrosi dei tessuti molli o infiammazione cronica. Gli strumenti vengono inoltre impiegati in fase di diagnosi per seguire la catena cinetica, per localizzare e trattare la causa del sintomo, così come la specifica area dolorosa.


QUANDO PUO’ ESSERE PRATICATA?

Il metodo Graston si è dimostrato utile al raggiungimento in breve tempo di ottimi risultati sia in fase acuta che cronica nel trattamento delle seguenti patologie:

  • tutte le tendinopatie sia acute sia croniche: epicondiliti, infiammazioni dell’achilleo, del rotuleo, del sovraspinoso (tendine della cuffia dei rotatori della spalla), etc.;
  • sindromi fasciali: fascite plantare, sindrome della bandelletta, dito a scatto, etc.;
  • stiramenti legamentosi: distorsioni di caviglia, dei collaterali di ginocchio, crociati, etc.;
  • cicatrici/aderenze: dopo un intervento, ematoma o strappo muscolare;
  •  sindromi da intrappolamento: tunnel carpale, tarsale, stretto toracico, etc.

COME VIENE PRATICATA?

Gli strumenti per trattare il tessuto fasciale secondo il metodo Graston sono diversi, in base alla forma della parte da trattare: che può essere concava o convessa, grande o piccola e così via.
Prima di iniziare il trattamento, è fondamentale il riscaldamento dei tessuti attraverso un lavoro aerobico per qualche minuto oppure attraverso l’utilizzo di macchinari. Dopodichè viene eseguita una valutazione facendo scorrere con una leggera pressione lo strumento sul tessuto per verificare dove è più ruvido, dove presenta una consistenza anomala e dove impone maggiore resistenza allo scorrimento. In questi casi si è presenti a una restrizione fasciale e si deve rimanere più a lungo (per un massimo di 30-60 secondi per zona), alternando varie tecniche e modificando le direzioni di applicazione.
Alla fine del trattamento è necessario fare 2-3 minuti di stretching sui segmenti trattati; per ogni gruppo muscolare vanno fatti esercizi di rinforzo, con tante ripetizioni a basso carico, per qualche minuto. Per concludere, di nuovo stretching.


BENEFICI&CONTROINDICAZIONI

Questa tecnica prevede diversi effetti benefici sul paziente, infatti:

  • diminuisce il tempo complessivo di trattamento;
  • favorisce una riabilitazione/recupero più veloce;
  • riduce il bisogno di farmaci antiinfiammatori;
  • risolve condizioni croniche che si pensavano permanenti.

Non è invece assolutamente indicato per:

  • ferite aperte;
  •  tromboflebiti;
  •  ipertensione scompensata;
  •  infezioni;
  •  fratture non consolidate;
  •  tumori vicini alla zona di trattamento.